Mi sento immerso nel Tutto, ho coscienza che il cosmo è armonia e totalità di senso, e io ne faccio parte.
Rilettura di Carmen Moscariello
La solitudine come negazione della ragione
José de Sansa Saramago (1922-2010), scrittore portoghese, in una sua opera teatrale narra dell’assedio della città di Munster nel XVI secolo e di uno scontro violento, durato quattordici mesi, che portò alla distruzione degli anabattisti. Eppure, commentò l’autore, in un’intervista rilasciata a Renato Minore, "C’era una differenza appena sanabile (il rifiuto del battesimo da parte degli anabattisti) e il risultato fu un autentico genocidio".
Saramago, ateo e comunista, ci parla in più opere della biblica condanna per l’uomo che dissente o che sposta i suoi pensieri dai canoni costituiti e prova a tracciare e percorrere nuove strade.
Questo riferimento ci immette nella recente pubblicazione del Professore Emerito Aldo Masullo Giordano Bruno Maestro di anarchia, Edizioni Salette dell’Uva, Caserta febbraio 2016." Il Perturbante" professor Masullo, pur essendo anch’egli ateo e uomo di sinistra, non condividerebbe mai le parole di Saramago, che discutendo sull’ opera che gli ha regalato il successo "Una terra chiamata Alentejo", a Renato Minore che gli chiede se la letteratura è utile al suo lettore risponde: " Non serve a niente. Non credo che possa formare gli uomini . Gli uomini sono quello che sono. Non hanno ancora trovato nessuna soluzione. E non c’è alcuna solidarietà tra di loro . … E’ un mondo immondo quello in cui viviamo".
Al contrario l’opera "Giordano Bruno Maestro di anarchia" è un lavoro altamente formativo, auspica strade nuove e l’ etica è presenza consolidata, lo attraversa tutta dalla prima all’ultima pagina.
L’Autore chiama "libricino" questa sua opera, a noi, in verità, appare come una grande e importante sintesi del suo pensiero. Ci sono logiche nuove da non sottovalutare: parte dalla vita e dalla storia, in cui si sono man mano incarnate "le fratture" o rivoluzioni che hanno cambiato il corso di ogni evento, per giungere fino a noi. Si comprende che sono stati i" Maestri" , ossia i grandi Filosofi ad intuire l’urgenza dei cambiamenti. Egli si appella con passione a Giordano Bruno, sicuramente protagonista dell’opera , ma, non è il solo, il discorso si amplia ponendo a capo del mondo universo et uno il pensiero etico, che con la logica dà al Filosofo una grande responsabilità di insegnamento, di guida sociale, di indirizzo per il pensiero politico ed estetico.
Si sa, Masullo è il grande Maestro dell’intersoggettività, e, quindi, prima di tutto Maestro di libertà. A queste due categorie , il il Filoso è stato fedele, sempre, testimoniandole con la sua vita.
Anche per questi due motivi Masullo ama Giordano Bruno, è coinvolto molto (chi non lo sarebbe! ) dal martirio al quale il monaco fu sottoposto, ma anche dalla sua vita tutta tessuta di coraggio e illuminata dalla fede della verità, tanto da dedicargli molti studi e, negli ultimi tempi, ritorna alla filosofia del Nolano, sempre con più autorevolezza. Ce lo fa assaporare come un melograno rosso, ogni granello ha una sua centralità di bellezza di gusto, di indipendenza; i chicchi fiammeggianti e succosi sono ben separati gli uni dagli altri, hanno una loro indipendenza, pur facendo parte di un tutto ben compatto e apparentemente impenetrabile.
Partendo da Bruno, il Filosofo si interroga sull’uomo come entità unica e nel contempo facente parte di un tutto. Egli non può fare a meno né della sua libertà e dunque identità particolare, né tantomeno dell’urgenza di collocarsi armonicamente con il resto del mondo. Quindi, non gli è dato vivere privo della bellezza del confronto, né astenersi dal colloquio umanissimo, ma nel contempo la sua libertà non può essere barattata, mai, anche se finisce là dove inizia la libertà dell’altro.
Sulla copertina bianca del libro spicca il nome di Giordano Bruno, ma non meno importante ci appare quel sottotitolo Maestro di Anarchia, che non è solo conseguenziale al primo termine. Esso ha, come vedremo, un ruolo importante nel cammino e nell’evolversi del pensiero di Masullo. Dire, quindi, che quest’opera è sul pensiero di Giordano Bruno ci appare estremamente riduttivo. Il libro è importate, è da studiare attentamente, soprattutto per gli innesti che produce sulla realtà contemporanea.
La principale finalità dell’Autore è quella di mettere in guardia il lettore sulle difficoltà del vivere e sulle contraddizioni umane, ma, senza perdersi di coraggio. Insegna, non solo ai suoi innumerevoli discepoli) strade battute dall’autonomia del pensiero per arrivare ad una convivenza pacifica. Masullo aspira a un contratto sociale dove ciascun uomo possa esprimersi liberamente senza confliggere con glia altri, non ci è sembrato, però, che parli di felicità possibile.
La speranza che ciò si attui, non è un vago desiderio, ma il lavoro costante e difficile che l’uomo deve fare prima di tutto su se stesso e poi nel rigore assoluto della creazione di un concordato sociale che non abbia a che vedere con la sopraffazione( homo homini lupus). Si coglie un cesellamento tra la visione chiara e drammatica della realtà attuale e lo studio di un percorso alternativo per rivoluzionarla, per migliorare le condizioni umane.
Aldo Masullo, la cui filosofia e il cui pensiero si alimenta all’attenta visione e allo studio assiduo del reale, sa meglio di chiunque di noi come stanno le cose e lo studio assiduo di Bruno non è solo per riproporci, come molti fanno, l’attualità di Bruno, la sua grandezza o la sua eterna persecuzione, il suo discorso mira molto più in alto.
C’è nella sua filosofia l’idea dell’uomo nuovo che potrebbe aspirare a rivoluzionarie tutte le ambientazioni, un ritorno all’uomo preesistente alla creazione che non abbia subito alcuna omologazione.
Crediamo che l’accento che il Filosofo pone sulla parola "anarchia" ,vada inteso come capacità dello studioso di scrollarsi le muffe che il pensiero preordinato e precostituito ha creato nella storia dell’umanità, impedendo, di fatto, la nascita e lo sviluppo del libero pensiero e, qui,il riferimento alle religioni e all’imposizione della loro ortodossia non è affatto sottaciuto.
Non sembrerebbe disdicevole dire che spesso l’anarchia potrebbe anche avvicinarsi nelle sue significazioni alla parola "eresia " e, dunque, si direbbe con Aldo Masullo che l’anarchia è di per sé una grande cosa, una capacità di essere; è il coraggio delle scelte, la forza di dire no al male, la volontà di cambiamento.
Al Maestro di anarchia si affiancherebbe (non ci appare un salto nel vuoto!) anche il pensiero di Leonardo Sciascia che implica nel concetto di libertà anche quello di "’eresia". " Comunque l’eresia è di per sé una grande cosa, e colui che difende la propria eresia è sempre un uomo che tiene alta la dignità dell’uomo. Bisogna essere eretici, rischiare di essere eretici, se no è finita. Voi avete visto che non è stata soltanto la Chiesa cattolica ad avere paura delle eresie. È stato anche il Partito Comunista dell’URSS ad avere paura dell’eresia, e c’è sempre nel potere che si costituisce in fanatismo questa paura dell’eresia. Allora ogni uomo, ognuno di noi, per essere libero, per essere fedele alla propria dignità, deve essere sempre un eretico. Questo brano mi è sembrato idealmente vicino a Giordano Bruno e anche ad Aldo Masullo, soprattutto a quest’ultimo, che nel suo sistema di pensiero, così ricco di spinte e controspinte, così avido di solidarietà per l’uomo, che con ogni sua forza alimenta una così decisa volontà di salvarlo dai suoi giorni desertificati, dai suoi desideri di guerra, mai sopiti. La sua è un’autentica preghiera rivolta agli uomini, affinché continuino a parlarsi. Masullo non si sofferma molto in questa opera sui grandi errori della chiesa, né fa paragoni con gli abissi attuali su cui il mondo quotidianamente si affaccia, ma, nei precisi colloqui dello spirito e della ragione invoca il dialogo che va allargato a tutti, senza lasciarsi spaventare dalle diversità. Omologare, piegare, annientare sono le gravi sofferenze a cui l’uomo è stato ed è sottoposto. Ci attendono, se non si cambia passo molti dolori fisici e spirituali. Gli dei che hanno fatto i mondi la molteplicità dei mondi avrebbero fatto male se avessero fatto tutto ciò senza pensare che essa è finalizzata all’allargamento del dialogo tra gli uomini. Il dialogo deve poter senza limite allargarsi non solo tra gli uomini che sono su questo mondo, ma tra tutti i possibili uomini che si trovassero su tutti i mondi possibili. Il che, in una versione cosmologica, sarà molto più tardi il tema di alcune filosofie contemporanee si pensi ad Habermas e ad Apel_ vale il principio della illimitata espandibilità del dialogo come condizione fondativa dell’etica. Il dialogo è veramente tale solo quando si può illimitatamente espandere . In effetti anche al dialogo si può applicare la legge dell’entropia: se in quattro ci mettessimo a conversare, ci diremmo cose nuove una volta, cose nuove una seconda volta; ma se stessimo sempre, per anni interi, solo tra noi a conversare, alla fine parleremmo senza dirci più nulla, diventeremmo stupidi. Il discorso mentale in tanto è possibile nel suo potere, in quanto illimitatamente aperto al non ancora. .
L’etica e il dialogo aperti agli infiniti mondi e agli infiniti spazi della storia sono le categorie fondanti. Ripetere l’ipse dixit non aiuta l’uomo a crescere e tantomeno a migliorare l’universo. Sembra che voglia dirci che espandere le conoscenze, seppur diverse, è l’unico metodo che rende l’uomo unico, libero, importante per la società e per il mondo che accoglie e rinnova continuamente le sue idee. Il principio del dinamismo della storia e dunque dello sdoganamento del libero pensiero è fattore determinante per una autentica evoluzione.
Lo stesso Giordano Bruno ci dice : questo vostro dire volete ponere sotto sopra il mondo (Burchio).
Ti par che farebbe male un che volesse mettere sotto sopra il mondo rinversato?(Fracastorio)
Questa rivoluzione totale del pensiero non spaventa il Professore e lo pone a capo di cambiamenti che potrebbero portare la giusta vitalità al mondo. Un vero e proprio terremoto che spazzasse via gli umori fetidi del pensiero scontato e ripetuto all’infinito e facesse si che l’uomo davvero si interrogasse sul suo essere nel mondo, sulla sua appartenenza al mondo e sul ruolo che esso riveste. L’uomo, dunque, va portato alle origini, lavato delle incrostazioni, e rieducato alla bellezza, alla solidarietà, alla pace. Un mondo nuovo dove essere obbligati a pensare quello che pochi ci impongono, non sia più concepibile. Potremmo dire, in modo più drammatico, forse apocalittico, con un altro grande maestro di anarchia, quale fu certamente Pasolini, (forse pagò anch’egli con la vita le critiche al sistema) che si può morire con l’azzeramento dell’individuo e la creazione delle masse. Pasolini parlando di "’anarchia del potere ," evidenzia i danni del potere che manipola i corpi, trasformando le coscienze, che vengono omologate dall’alto, distruggendo le realtà particolari. Disse, allora, Pasolini che ci saremmo trovati a confrontarci con una società di mostri, non più di persone, dove il dialogo sarebbe stato impossibile.
Il libro di Masullo denunzia il pericolo dell’omologazione, anzi tutta la filosofia sia di Bruno che di Masullo è tesa a dimostrare la centralità e l’importanza di ogni singolo uomo nell’universo. L’Emerito Professore, in particolare, ci racconta del pericolo dell’accentramento nelle mani di uno solo o di pochi di tutti i poteri, e, come la parola democrazia venga in tal caso svuotata di tutti suoi valori. Se l’uomo viene manipolato diviene anche asservito, assoggettato (il contrario dell’intersoggettività!). …..Dunque nessuno è capo assoluto. L’ordine umano è anarchico. Esso vive, solo dove tutte le diversità sono ugualmente rispettate . Per la dura esperienza di questa modernità noi ora sappiamo che la democrazia o è liberale o non è. L’ordine è civile, quando è garantito dalla impersonalità di leggi non solo decise con procedure democratiche ma conformi al riconoscimento costituzionale di diritti umani universali. Le ragioni della lotta politica che squassa al fondo il mondo attuale sono, fattesi adulte nella drammaticità della storia, quelle pensate da Bruno.
L’Autore di quest’opera illuminante, si serve di Bruno e parte da Bruno, ma ribalta la conoscenza sotto l’illuminato desiderio della centralità del colloquio e dell’ascoltarsi con l’umanità tutta; il grande Maestro di Anarchia ( in questo caso ci riferiamo a Masullo) ci dice che senza questa "centralità", il pericolo è di poter perdere la libertà e di vedere calpestata la propria dignità di uomo; il rischio è ad ogni angolo; l’orrore più grande potrebbe portarci al l’assuefazione al male, all’azzeramento dell’io, all’assenza di ogni solidarietà per il prossimo, all’incapacità a ribellarsi, all’impossibilità di esprimere senza paura le proprie idee.
Il percorso di Masullo per il riscatto dell’umanità, non è solo rivoluzionario, è prima di tutto un percorso educativo, poi etico e quindi politico. Procedendo con un ragionamento per analogia, applicato alle tre categorie masulliane, esse rimangono l’espressine di un unico obiettivo, quello di salvare il mondo e l’umanità.
Per meglio comprendere, ci soccorrono a riguardo le sue parole sul Nichilismo sempre originalissime che riguardano anche il suo pensiero su Bruno; questa volta è uno spartito musicale e nelle sue variazioni non si serve mai di motivi risaputi. Parte per questo da Eraclito,(che in un celebre frammento sentenzia che di ogni "ente morale", di ogni realtà naturale ,non si può disporre due voltev a causa della rapidità e repentinità del mutamento.
..In effetti non è possibile cogliere l’essere di una cosa ,data, appunto, la rapidità del cambiamento, non del cambiamento come passaggio dal prima al dopo ,bensì come radicale inconsistenza della cosa ,la quale già mentre si forma, si dissolve, insomma mentre è, non è.
Passa per Parmenide e dopo averci fatto attraversare il mare instabile del Nichilismo ci ripropone Bruno per evitare di impantanarci: Passiamo ora ad una considerazione che si trova sempre nel "De infinito,universoe mondi". Ad un certo punto vi si dice-è una battuta assai singolare- che l’idea della pluralità dei mondi ha il suo sostegno nell’esigenza di rendere possibile il dialogo, mancando il quale-parole testuali di Bruno- "non sarebbe bontà civile ,la quale consiste nella civile conversazione
Le sue analisi sono linee di fuoco, in particolare quelle che si si riferiscono all’urgenza del dialogo che anche il Nolano, arso vivo dalla chiesa, sottolinea con grande e indiscutibile chiarezza.
Quella chiesa che ha sempre disconosciuto il dialogo con Bruno, infatti , il Filosofo , ogni volta che il Bellarmino (1542-1621) lo interrogava, cercava di far capire con ogni dimostrazione possibile l’onestà del suo pensiero. Masullo, di fronte all’ostinazione della Santa Inquisizione a non voler capire, né cedere minimamente dalle proprie posizioni, freme per la morte inferta così crudelmente e ingiustamente al Nolano che sembra dirci : il modo ancor m’offende, né gli bastano le scuse della chiesa per i suoi errori, perché la chiesa, osserva il Professore, ha tradito il suo mandato nel momento in cui non ha più avuto rispetto per il pensiero dell’altro uomo e ha deciso di sterminarlo. Per Bruno come per Masullo su questi presupposti non si costruisce niente di nuovo, la storia va rovesciata per ricominciare daccapo.
La grandezza di Bruno è proprio nell’aver capito che ogni uomo rappresenta la centralità dell’universo "per lui ogni individuo umano ,in quanto centro irriducibile tra infiniti centri irriducibili, con cui non può non essere sempre aperto a comunicare, è portatore di responsabilità piena. Ma proprio perciò nessun capo è assoluto. L’ordine umano è anarchico.
Alla luce di quanto sopra, il Maestro di Anarchia di Masullo non ha molto a che vedere per esempio, con i grandi anarchici della filosofia come Max Stinger , Proudhon, Thomas More (Utopia), Condillac, De Sade , Michail Bacunin, la loro filosofia è sempre attraversata dall’imposizione per forza di un certo modo di vedere il mondo e , a volte, anche dalla violenza per ribaltarlo . Al contrario il pensiero masulliano indica la strada della pace ,in un percorso metascientifico, in quando nei suoi studi filosofici e morali occupano un ruolo determinante l’analisi sociologica, lo studio attento della politica, le pulsioni, anche quelle ancora non del tutto evidenti,che muovono il mondo e lo sconquassano dal basso.
Credo che la filosofia di Masullo sia tutta percorsa da un fluido magico. Se noi lettori, anche inesperti , riuscissimo ad appropriarcene, anche solo in parte, la nostra vita potrebbe migliorare, come la vita di chi ci sta vicino.
Un ricordo romano di un giovane Emerico Giachery , vissuto dai ritmi luminosi della sua parola, ci sembra possa completare e chiarire l’idea della vita di ogni singolo uomo che Masullo ha accarezzato nella logica e nella poesia del suo pensiero: "Splendido il giovane ottobre romano. Tutto invita a una passeggiata. Entro da Porta Latina, sosto nella chiesa (dal fondo un suono d’invisibile armonium. Continuo per quella strada pochissimo profanata a quel tempo) dal traffico. Una rigogliosa vegetazione trabocca dalle mura degli Orti di Galatea. L’azzurro del cielo, perfetto. Una campana suona il mezzogiorno. Cosa mi accade? Mi sento immerso nel Tutto, ho coscienza che il cosmo è armonia e totalità di senso, e io ne faccio parte. "La gioia è immensa", mi canta una voce interiore. Trabocco di gioia. Rincaso quasi a volo".
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