Teatro in versi
Proemio
Personaggi: Valdes, Giulia
Gonzaga, le monache del convento, Caterina Cybo, Carnesecchi,Galeazzo Caracciolo, Bernardino Ochino, Vittoria
Colonna.
La scena si svolge nel convento di San
Francesco delle Monache, a Napoli. Anni di riferimento 1534-1541.
Il cenacolo
eretico napoletano ebbe come personaggi
principali Juan De Valdes e Giulia Gonzaga. Alla morte del teologo spagnolo,
punto di riferimento per gli spiritualisti, fu Giulia che rianimò il salotto
napoletano, rifiutandosi di lasciare Napoli, pur sapendo che Pio V la volesse
al rogo. Per non tradire il lascito umano, religioso, spirituale del suo
maestro, non andò a Viterbo, dove Vittoria Colonna la pregava di raggiungerla,
né presso il nipote Vespasiano che avrebbe potuta proteggerla. L’incontro tra
Giulia e Valdes si tenne nel monastero di San Francesco delle Monache, dove
Giulia rimase per trentacinque anni, fino alla sua morte.
Il cenacolo degli eretici era formato soprattutto dagli
intellettuali, teologi, monaci, nobili napoletani, ma ben presto divenne punto
di riferimento per i contestatori della chiesa di tutta Europa, in particolare
di spagnoli vicini a Juan de Valdés. Il
teologo giunse a Napoli dopo varie
persecuzioni per motivi religiosi, abitò una casa in via Chiaia, dove si
andò formando attorno al suo magistero
un circolo culturale che raccolse grandi personalità del tempo, tra
queste in grande predilezione ebbe Giulia Gonzaga , altre personalità furono Pietro Carnesecchi ,
Caterina Cybo, Bernardino Ochino vicario generale dei Cappuccini, Nicola Maria
Caracciolo vescovo di Catania. Ad essi e agli altri discepoli si deve la
conservazione delle opere del Valdés. In
particolare a Giulia furono affidati i suoi scritti più preziosi.
Altri personaggi illustri che
fecero parte del cenacolo valdesiano furono: Isabella Brisegna Manriquez, Galeazzo Caracciolo, marchese di Vico,
Marcantonio Flaminio, Pietro Martire
Vermigli.
Ma la vera
erede del pensiero del Valdes fu Giulia che dopo la morte del teologo spagnolo,
sfidò molti pericoli, in quanto la
chiesa di Roma era sempre più in allarme contro quei movimenti religiosi che
mettevano in crisi il potere della chiesa.
Quando la nobildonna morì nel convento di San
Francesco delle Monache, Pio V e la Santa Inquisizione ordinarono la perquisizione dei luoghi. Furono trovati molti scritti del Valdés
e riferimenti compromettenti per i seguaci del maestro, in
seguito a ciò molti spiritualisti furono arrestati, processati e anche condannati a morte, uno di questi fu
Pietro Carnesecchi (furono ritrovate sue
lettere compromettenti, inviate a Giulia);egli, già più volte inquisito e
liberato, fu per queste prove condannato al rogo.
Convento di
San Francesco delle monache, discussione e lamenti degli eretici che sentono
imminente l’intervento della Santa Inquisizione. Inizia a parlare Giulia che ricorda la morte del giovane
Ippolito dei Medici, suo giovane amore, avvelenato nel Castello di Itri, quando
l’uccisero era suo ospite al Castello di Fondi.
Giulia
Gonzaga
Finirò i
miei giorni come il povero Ippolito avvelenata dal sangue di serpe
degli
itrani, gli inquisitori già bussano alla
mia porta,
né giovò
abbandonare il mondo e vivere reclusa nel dolore dell’esistenza
intatto il mio letto, né il Barbarossa che
attraversò i mari
poté godere
del mio corpo. I suoi desideri si infransero
sotto la torre di Sperlonga.
Il santo inquisitore non vede l’ora di bruciare il mio corpo
e liberarsi alfine di
chi osò alzare la sua voce contro
la chiesa corrotta e
i suoi flagellatori conoscono
sevizie raffinate, bruciano la pelle dei poveri chiodati
fioriscono alfine viole alle finestre mentre la grandine
con le sue unghia
affilate morde il suo belletto e condanna senza il timor di Dio.
Sono senza pace. Tu sei l’uomo che mi ha resa libera, vado
avanti
con l’energia della tue preghiere sui tavoli di legno
adornati dei sacramenti
mi hai presa nel tuo cerchio, appartengo insieme a te alla
verità del tempo.
La chiesa è virago
del dolore, ansima per il suo oro e il
suo potere.
O Francesco, dove sei
tu che parlavi al lupo e agli uccelli,
la dolce melodia
della natura, il canto altero dell’ultima cicala
Improvvisamente
il suo corpo trema per lo spavento
Da dove verranno?
E anche qui chiusa
con le mie consorelle cade il gelo,
temo le spie, terribili le presenze che mi
assediano ogni ora,
denti aguzzi macinano veleno e funi e corde, con i loro
sordi rumori
rendono impossibili le notti e i giorni. Crudeli, perché non
si decidono
e mettano fine ai
nostri tormenti.
I rondinotti cadranno
sotto il vento gelido della calunnia e il nido
che invano preparammo sarà gremito dalle vipere.
Pietro Carnesecchi
Quanto graziosa sei e bella
amatissima delizia, doni ogni ricchezza
al mio cuore, anch’esso afflitto dalla paura
Anch’io temo che verranno
i soldati di Pio V,
vogliono umiliarci, le tenaglie sono pronte per strappare la
verità,
ma non temere
vogliono solo me, mi ritengono il capo , un rivoltoso
un demonio che ha convinto povere donne sole a ribellarsi al
papa
Illusi nel credere
Giulia Gonzaga, Vittoria Colonna,
Caterina Cybo
ghermite dalla mia
parola come stupide allodole.
Bernardino Ochino
I merli d’argento orneranno la tua parola e il tuo credo
Il concilio di Trento ,nemmeno con la sua sesta sezione
potrà scalfire
l’onorabilità del tuo nome e la gloria della tua potente famiglia
Rafforzeremo il nostro cuore con legni di cedro,
metteremo sbarre di ferro perché non siano contaminati
Tu che abiti nel giardino del mio cuore
non temere, né per la nostra vita, né per la tua vita,
se ci uccideranno
incontreremo prima il Dio dell’Universo
Egli ci aspetta con braccia generose d’amore
Giulia :
Mi sovviene ogni notte il triste ricordo di Ippolito,
avvelenato nel castello di Itri ,chiuse la sua bella e
giovane vita
alle ortiche e al
sangue i meravigliosi sogni della giovinezza
Invano tentai di portare la civiltà ai monti dei cafoni
Tra le ginestre unghiose delle valli erose dal mare,
tra i cinghiali feroci
e i pastori ingloriosi.
Non ho la nostalgia
di quei luoghi, né l’inutile
onore che portai al Castello di Fondi,
sento che di là
nemmeno il nome di un amico
mi sovviene, ma è
questo strano languore che
come chiodo è conficcato nel la carrucola dell’anima
che mi dice del venir meno della nostra vita ,
come traccia del dolore , come stanco salmodiare,
ricordo il libro della Sapienza al quale il maestro
ci ha addestrato: Amate la giustizia voi che giudicate la terra
pensate bene del Signore
e cercatelo con la semplicità del cuore,
perché tu sei inginocchiato dietro la mia porta.
Troppo spesso mi chiedo se queste non sono
idiozie per questo
inferno, dove ogni giorno apriamo gli occhi
E tutti con coltelli affilati lacerano chiunque incontrino
sulla loro strada!
E’ questo che mi chiedo e non trovo risposta alcuna.
Perché Il Signore, re dei giusti, perché il Santo Spirito
che
erudisce non svela gli inganni e non brucia nell’inferno
i traditori della parola di Dio
Piego ogni pensiero
alla mia tristezza, alle mie sconfitte
e tutto il giorno vago confusa tra la ricerca di Dio e le
terribili cadute
nella bocca di caino, non potrò salvarmi.
breve e triste è la nostra vita, né il pensiero di Dio può
più soccorrermi
si è spenta l’ultima scintilla, il tizzone è rimasto
che brucia e scava. Alla ricerca di un giorno che non c’è
più
Canto delle
Pie Consorelle del monastero di San Francesco delle Monache
Non c ‘è un rimedio
che ci liberi dal male, lo spirito abbandona i nostri corpi
irrise vaghiamo come
lente farfalle, in cerchio a trovare un punto di gravità,
un lambicco dove la nostra bocca arida possa dissetare i
suoi rimorsi
Angeli del Paradiso soccorreteci o il demonio con il
mantello rosso ci porterà sul rogo.
Cenere alla cenere, il nostro nome affidiamo al tempo
e il sacrificio delle nostre vite serva a non dimenticare
l’ingiustizia che stiamo patendo
Vittoria Colonna
Coraggiosa amica, perché tanta rovina?
Bisogna pur credere al buon Dio
Il mondo non può appartenere solo ai malvagi,
pensa bene del Signore, perché egli si fa trovare
da chi non lo tenta e appare a chi non diffida di lui
i nostri nemici i saranno smentiti dal tempo e pagheranno
per i crimini commessi
Caterina Cybo( stizzita)
Intanto è a noi che tocca morire e rinnegare le nostre idee,
i nostri ideali.
Vittoria colonna
Che belli i nostri giorni nel Castello Aragonese di Ischia,
nella cappella che mi
vide sposa felice,
allora tutti speravamo in un vita diversa
Caterina Cybo
Decisi a cambiare il mondo a gridare i principi sacri del
Vangelo,
a leggere
insieme le parole di Matteo. Anche
questi sono vaghi ricordi,
sembra che non ci
appartengano, lo sperone della vita
ha inghiottito tutto anche le nostre vite.
Vittoria Colonna
Ricordo con orrore le celle
del Castello di Ischia,
qui c’erano gli
strumenti per torturare i corpi dei condannati,
li feci serrare a
doppia mandata quei luoghi di dolore,
non così gli
inquisitori che ci attendono avidi e
furiosi con i loro artigli.
Coro delle
consorelle del Monastero di San Francesco delle Monache:
Si aprono le bocche sdentate, fameliche , ingorde di odio,
nei fumosi comò dell’infanzia, abitati dallo spirito
soppiantati dai lenti canonici urli di vendetta
Caino, fratello maledetto, uccidesti ed uccidi tuo fratello
Caino dal gelo dell’aldilà hai dilaniato anche l’ultima
speranza
Assenti le lacrime,
caino ha ucciso la sorella
ed ora sorseggia
veleno , unico nutrimento al suo corpo deforme
Caino ha ucciso la figlia ed ora incolpa il mondo per
l’assassinio
Schegge del fuoco dell’inferno sono in mezzo a noi,
l’inferno è casa prediletta dei demoni.
I soldi e la casa rubarono agli innocenti e accusano
l’ultimo sacrificato
alla loro stamberga mortuaria
Caterina Cybo
Chi può dirgli dov’è
Dio? Chi può insegnargli la strada del bene?
Lo faccia subito, prima che dilanino altri corpi
Caino si dice amico dei Santi , per meglio affondare il
coltello
Ipocrita stoltezza, fuggite, non gli credete altrimenti la schiena è trafitta
Caino uccise anche il padre per togliersi
l’ultimo fastidio, perché tenerlo se vecchio e malato?
Così fece anche della madre accompagnandola per mano
per squartarle il petto e toglierle l’ultimo sospiro.
Poi partì come se
nulla fosse accaduto
ed eccolo di nuovo in mezzo agli uomini
predicatore di
infamie e lordure
Galeazzo caracciolo
No, non si può
rispondere all’odio con altro odio
E poi la prudenza .., essa è essenziale in questi tempi difficili,
anche le mura hanno orecchio,
ci spiano ogni nostra parola, ogni nostro respiro viene
riferito a Roma.
Valdes
Da Cuenca , mia terra
natia, fui costretto a fuggire, così pure da Roma.
Ovunque costruisca un nido il falco maligno è pronto a
distruggerlo e con esso
I miei figli, le mie sorelle, tutti i miei seguaci.
Già da quando ascoltai la santa parola del mio maestro ,
Pedro Ruiz de
Alcaraz, ma anche prima
quando mio zio ,Fernando de Barreda fu bruciato vivo dalla
Santa Inquisizione Spagnola,
e per questo lutto , mia
madre si consumò nel dolore,
ebbene da allora mi scorreva nel sangue quella ribellione al
male
che tante persecuzione mi arrecò .
Ma non piango per le mie miserie, il mio cuore batte per voi
, anime sante,
e soprattutto per te Giulia, mia prediletta.
Perciò prudenza, prudenza ti ordino, non
c’è sbadiglio che non viene riferito, non c’è da sbagliare o
finiremo tutti sul rogo.
Anche la grande poetessa, nostra amica e tua parente,
Vittoria Colonna è stata sottoposta a processo e seppur
momentaneamente rilasciata ci girano attorno
come sciacalli intorno alle carogne.
Pietro Carnesecchi
La notte quando cerco di affidare i miei occhi al sonno,
le orecchie sentono ancora gli urli di dolore dei miei
fratelli, torturati dagli inquisitori,
nell’incubo puntello i miei pensieri e abbraccio i testi
della Bibbia,
perché solo da essi
verrà la nostra salvezza.
E’ il legame diretto con Dio che ci salverà
Ed ecco che lontano dalle sale delle feste donne e uomini ribelli al papa ed alla chiesa discutono dei
vangeli e vogliono che si ritorni alla povertà e alla semplicità degli
apostoli fedeli a Cristo e alla sua chiesa .In una giornata truce si
incontrano gli illuminati
Caterina Cybo e Isabella Brisegna e Galeazzo Caracciolo.
Caterina Cybo
Questa chiesa ha concluso
il suo compito è solo covo di arroganza e corruzione
perseguitano noi come eretici e non badano a ciò che succede
nei conventi,
negli ordini di certe monache che si fregiano del nome di
Francesco, il più grande dei mistici,
il grande santo degli umili, il grande santo dell’amore, Egli più di tutti noi
seppe avvicinarsi a Dio, mistico dei mistici adoratore dei
poveri e dei derelitti,
adoratore della Misericordia,
grande predicatore.
Isabella Brisegna
Vorrei eguagliarlo nella preghiera e nelle opere di bene,
ma io misera donna
cosa posso di fronte al più grande dei Santi?
Madonna Povertà, questa parola è sconosciuta a troppi,
anche a quelli che si dicono consacrate al buon Dio
Galeazzo Caracciolo
Il mistico non può infangarsi con chi persegue solo
ricchezze
materiali e abbandona
il suo corpo ad ogni devastazione.
E’ meglio morire, è
meglio essere arso vivo,
il maestro Alcaraz dagli inquisitori di Toledo
fu condannato a morte
dopo immani torture e persecuzioni.
L’accusa fu di essere eresiarco, come se amare Dio sovra
ogni cosa
e identificarsi con La
bellezza della sua parola sia un’ offesa al Creatore
Si sentono
urli e porte spalancate con violenza, è la Santa Inquisizione che viene ad
arrestarli, alcuni riescono a fuggire.
(Brano tratto dall'opera teatrale "All'ombra di un'eresia",opera di Carmen Moscariello, pubblicato dall'Antologia Il convivio 2016.
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