sabato 23 dicembre 2017

All'ombra di un'eresia di Carmen Moscariello, Bastogi Editore


Teatro in versi

Proemio

Personaggi: Valdes, Giulia Gonzaga, le monache del convento, Caterina Cybo, Carnesecchi,Galeazzo  Caracciolo, Bernardino Ochino, Vittoria Colonna.

 La scena si svolge nel convento di San Francesco delle Monache, a Napoli. Anni di riferimento 1534-1541.

Il cenacolo eretico  napoletano ebbe come personaggi principali Juan De Valdes e Giulia Gonzaga. Alla morte del teologo spagnolo, punto di riferimento per gli spiritualisti, fu Giulia che rianimò il salotto napoletano, rifiutandosi di lasciare Napoli, pur sapendo che Pio V la volesse al rogo. Per non tradire il lascito umano, religioso, spirituale del suo maestro, non andò a Viterbo, dove Vittoria Colonna la pregava di raggiungerla, né presso il nipote Vespasiano che avrebbe potuta proteggerla. L’incontro tra Giulia e Valdes si tenne nel monastero di San Francesco delle Monache, dove Giulia rimase per trentacinque anni, fino alla sua morte.

Il cenacolo degli eretici era formato soprattutto dagli intellettuali, teologi, monaci, nobili napoletani, ma ben presto divenne punto di riferimento per i contestatori della chiesa di tutta Europa, in particolare di spagnoli  vicini a Juan de Valdés. Il teologo giunse a Napoli dopo varie  persecuzioni per motivi religiosi, abitò una casa in via Chiaia, dove si andò formando attorno al suo magistero  un circolo culturale che raccolse grandi personalità del tempo, tra queste in grande predilezione ebbe Giulia Gonzaga ,  altre personalità furono Pietro Carnesecchi , Caterina Cybo,  Bernardino Ochino  vicario generale dei Cappuccini, Nicola Maria Caracciolo vescovo di  Catania. Ad essi  e agli altri discepoli si deve la conservazione delle opere del  Valdés. In particolare a Giulia furono affidati i suoi scritti più preziosi.

Altri personaggi illustri che fecero parte del cenacolo valdesiano furono: Isabella Brisegna Manriquez,  Galeazzo Caracciolo, marchese di Vico, Marcantonio Flaminio,  Pietro Martire Vermigli.

Ma la vera erede del pensiero del Valdes fu Giulia che dopo la morte del teologo spagnolo, sfidò   molti pericoli, in quanto la chiesa di Roma era sempre più in allarme contro quei movimenti religiosi che mettevano in crisi il potere della chiesa.

Quando  la nobildonna morì nel convento di San Francesco delle Monache, Pio V e la Santa Inquisizione ordinarono  la perquisizione dei luoghi.  Furono trovati molti scritti del Valdés e  riferimenti  compromettenti per i seguaci del maestro, in seguito a ciò molti spiritualisti   furono arrestati,  processati  e anche condannati a morte, uno di questi fu Pietro Carnesecchi  (furono ritrovate sue lettere compromettenti, inviate a Giulia);egli, già più volte inquisito e liberato, fu per queste prove condannato al rogo.











Convento di San Francesco delle monache, discussione e lamenti degli eretici che sentono imminente l’intervento della Santa Inquisizione. Inizia a parlare  Giulia che ricorda la morte del giovane Ippolito dei Medici, suo giovane amore, avvelenato nel Castello di Itri, quando l’uccisero era suo ospite al Castello di Fondi.

Giulia Gonzaga

Finirò i miei giorni come il povero Ippolito avvelenata dal sangue di serpe

degli itrani, gli  inquisitori già bussano alla mia   porta,

né giovò abbandonare il mondo e vivere reclusa nel dolore dell’esistenza

 intatto il mio letto, né il Barbarossa che attraversò i mari

poté godere del mio corpo. I suoi desideri si infransero

 sotto la torre di Sperlonga.

Il santo inquisitore non vede l’ora  di bruciare il mio corpo

e  liberarsi alfine di chi osò alzare la sua voce contro

 la chiesa corrotta e i suoi flagellatori conoscono

sevizie raffinate, bruciano la pelle dei poveri  chiodati

fioriscono alfine viole alle finestre mentre la grandine

 con le sue unghia affilate morde il suo belletto e condanna senza il timor di Dio.

Sono senza pace. Tu sei l’uomo che mi ha resa libera, vado avanti

con l’energia della tue preghiere sui tavoli di legno adornati dei  sacramenti

mi hai presa nel tuo cerchio, appartengo insieme a te alla verità del tempo.

 La chiesa è virago del dolore,  ansima per il suo oro e il suo potere.

 O Francesco, dove sei tu che parlavi al lupo e agli uccelli,

 la dolce melodia della natura, il canto altero dell’ultima cicala



Improvvisamente il suo corpo trema per lo spavento

Da dove verranno?

 E anche qui chiusa con le mie consorelle cade il gelo,

 temo  le spie, terribili le presenze che mi assediano ogni  ora,

denti aguzzi macinano veleno e funi e corde, con i loro sordi rumori

rendono impossibili le notti e i giorni. Crudeli, perché non si decidono

e mettano  fine ai nostri tormenti.

I  rondinotti cadranno sotto il vento gelido della calunnia e il nido

che invano preparammo sarà gremito dalle vipere.



Pietro Carnesecchi

Quanto graziosa sei e bella

amatissima delizia, doni ogni ricchezza

al mio cuore, anch’esso afflitto dalla paura

Anch’io temo che verranno  i soldati di Pio V,

vogliono umiliarci, le tenaglie sono pronte per strappare la verità,

 ma non temere vogliono solo me, mi ritengono il capo , un rivoltoso

un demonio che ha convinto povere donne sole a ribellarsi al papa

Illusi nel  credere  Giulia  Gonzaga, Vittoria Colonna, Caterina Cybo

 ghermite dalla mia parola come stupide allodole.

Bernardino Ochino

I merli d’argento orneranno la tua parola e il tuo credo

Il concilio di Trento ,nemmeno con la sua sesta sezione potrà scalfire

l’onorabilità del tuo nome e la gloria della  tua potente famiglia

Rafforzeremo il nostro cuore con legni di cedro,

metteremo sbarre di ferro perché non siano contaminati

Tu che abiti nel giardino del mio cuore

non temere, né per la nostra vita, né per la tua vita,

 se ci uccideranno incontreremo prima il Dio dell’Universo

Egli ci aspetta con braccia generose d’amore



Giulia :

Mi sovviene ogni notte il triste ricordo di Ippolito,

avvelenato nel castello di Itri ,chiuse la sua bella e giovane vita

 alle ortiche e al sangue i meravigliosi sogni della giovinezza

Invano tentai di portare la civiltà ai monti dei cafoni

Tra le ginestre unghiose delle valli erose dal mare,

tra i cinghiali feroci  e i pastori  ingloriosi.



Non ho  la nostalgia di quei luoghi, né l’inutile

onore che portai al Castello di Fondi,

 sento che di là nemmeno il nome di un  amico

mi  sovviene, ma è questo strano languore  che

come chiodo è conficcato nel la carrucola dell’anima

che mi dice del venir meno della nostra vita ,

come traccia del dolore , come stanco salmodiare,

ricordo il libro della Sapienza al quale il maestro 

ci ha addestrato:   Amate la giustizia voi che giudicate la terra

pensate bene del Signore

e cercatelo con la semplicità del cuore,

perché tu sei inginocchiato dietro la mia porta.

Troppo spesso mi chiedo se queste non sono

 idiozie per questo inferno, dove ogni giorno apriamo gli occhi

E tutti con coltelli affilati lacerano chiunque incontrino sulla loro strada!

E’ questo che mi chiedo e non trovo risposta alcuna.

Perché Il Signore, re dei giusti, perché il Santo Spirito che

erudisce non svela gli inganni e non brucia nell’inferno

i traditori della parola di Dio

Piego ogni pensiero  alla mia tristezza, alle mie sconfitte

e tutto il giorno vago confusa tra la ricerca di Dio e le terribili cadute

nella bocca di caino, non potrò salvarmi.

breve e triste è la nostra vita, né il pensiero di Dio può più soccorrermi

si è spenta l’ultima scintilla, il tizzone è rimasto

che brucia e scava. Alla ricerca di un giorno che non c’è più



Canto delle Pie Consorelle del monastero di San Francesco delle Monache



Non c ‘è  un rimedio che ci liberi dal male, lo spirito abbandona i nostri corpi

irrise   vaghiamo come lente farfalle, in cerchio a trovare un punto di gravità,

un lambicco dove la nostra bocca arida possa dissetare i suoi rimorsi

Angeli del Paradiso soccorreteci o il demonio con il mantello rosso ci porterà sul rogo.

Cenere alla cenere, il nostro nome affidiamo al tempo

e il sacrificio delle nostre vite serva a non dimenticare l’ingiustizia che stiamo patendo



Vittoria Colonna

Coraggiosa amica, perché tanta rovina?

Bisogna pur credere al buon Dio

Il mondo non può appartenere solo ai malvagi,

pensa bene del Signore, perché egli si fa trovare

da chi non lo tenta e appare a chi non diffida di lui

i nostri nemici i saranno smentiti dal tempo e pagheranno per i crimini commessi

Caterina Cybo( stizzita)

Intanto è a noi che tocca morire e rinnegare le nostre idee,

i nostri ideali.

Vittoria colonna

Che belli i nostri giorni nel Castello Aragonese di Ischia,

nella cappella  che mi vide sposa felice,

allora tutti speravamo in un vita diversa



Caterina Cybo

Decisi a cambiare il mondo a gridare i principi sacri del Vangelo,

a  leggere insieme  le parole di Matteo. Anche questi sono vaghi ricordi,

 sembra che non ci appartengano, lo sperone della vita

ha inghiottito tutto anche le nostre vite.

Vittoria Colonna

Ricordo con orrore le celle   del Castello di Ischia,

qui c’erano  gli strumenti per torturare i corpi dei condannati,

 li feci serrare a doppia mandata quei luoghi di dolore,

 non così gli inquisitori che ci attendono avidi  e furiosi con i loro artigli.

Coro delle consorelle del Monastero di San Francesco delle Monache:



Si aprono le bocche sdentate, fameliche , ingorde di odio,

nei fumosi comò dell’infanzia, abitati dallo spirito 

soppiantati dai lenti canonici urli di vendetta

Caino, fratello maledetto, uccidesti ed uccidi tuo fratello

Caino dal gelo dell’aldilà hai dilaniato anche l’ultima speranza

Assenti  le lacrime, caino ha ucciso la sorella

ed  ora sorseggia veleno , unico nutrimento al suo corpo deforme

Caino ha ucciso la figlia ed ora incolpa il mondo per l’assassinio

Schegge del fuoco dell’inferno sono in mezzo a noi,

l’inferno è casa prediletta dei demoni.

I soldi e la casa rubarono agli innocenti e accusano

 l’ultimo sacrificato alla loro stamberga mortuaria

Caterina Cybo

Chi può dirgli  dov’è Dio? Chi può insegnargli la strada del bene?

Lo faccia subito, prima che dilanino altri corpi

Caino si dice amico dei Santi , per meglio affondare il coltello

Ipocrita stoltezza, fuggite, non gli credete altrimenti  la schiena è trafitta

Caino uccise anche il padre per togliersi

l’ultimo fastidio, perché tenerlo se vecchio e malato?

Così fece anche della madre accompagnandola per mano

per squartarle il petto e toglierle l’ultimo sospiro.

Poi  partì come se nulla fosse accaduto

ed eccolo di nuovo in mezzo agli uomini

 predicatore di infamie e  lordure

Galeazzo caracciolo

No,  non si può rispondere all’odio con altro odio

E poi la prudenza .., essa è essenziale in questi  tempi difficili,

anche le mura hanno orecchio,

ci spiano ogni nostra parola, ogni nostro respiro viene riferito a Roma.

Valdes

Da  Cuenca , mia terra natia, fui costretto a fuggire, così pure da Roma.

Ovunque costruisca un nido il falco maligno è pronto a distruggerlo e con esso

I miei figli, le mie sorelle, tutti i miei seguaci.

Già da quando ascoltai la santa parola del mio maestro ,

 Pedro Ruiz de Alcaraz, ma anche prima

quando mio zio ,Fernando de Barreda fu bruciato vivo dalla Santa Inquisizione Spagnola,

 e per questo lutto , mia madre si consumò nel dolore,

ebbene da allora mi scorreva nel sangue quella ribellione al male

che tante persecuzione mi arrecò .

Ma non piango per le mie miserie, il mio cuore batte per voi , anime sante,

e soprattutto per te Giulia, mia prediletta.

Perciò prudenza, prudenza ti ordino, non

c’è sbadiglio che non viene riferito, non c’è da sbagliare o finiremo tutti sul rogo.

Anche la grande poetessa, nostra amica e tua parente,

 Vittoria Colonna  è stata sottoposta a processo e seppur

momentaneamente rilasciata ci girano attorno

come sciacalli intorno alle carogne.

Pietro Carnesecchi

La notte quando cerco di affidare i miei occhi al sonno,

le orecchie sentono ancora gli urli di dolore dei miei fratelli, torturati dagli inquisitori,

nell’incubo puntello i miei pensieri e abbraccio i testi della Bibbia,

perché solo da essi  verrà la nostra salvezza.

E’ il legame diretto con Dio che ci salverà

Ed ecco che lontano dalle sale delle feste   donne e uomini  ribelli al papa ed alla chiesa discutono dei vangeli e vogliono che si ritorni alla povertà e alla semplicità degli apostoli  fedeli a Cristo e alla  sua chiesa .In una giornata truce si incontrano  gli  illuminati  Caterina Cybo e Isabella Brisegna e Galeazzo Caracciolo.

Caterina Cybo

Questa  chiesa ha concluso il suo compito è solo covo di arroganza e corruzione

perseguitano noi come eretici e non badano a ciò che succede nei conventi,

negli ordini di certe monache che si fregiano del nome di Francesco, il più grande dei mistici,

il grande santo degli umili, il grande santo dell’amore,  Egli più di tutti noi

seppe avvicinarsi a Dio, mistico dei mistici adoratore dei poveri e dei derelitti,

 adoratore della Misericordia, grande predicatore.

Isabella Brisegna

Vorrei eguagliarlo nella preghiera e nelle opere di bene,

 ma io misera donna cosa posso di fronte al più grande dei Santi?

Madonna Povertà, questa parola è sconosciuta a troppi,

anche  a quelli  che si dicono consacrate al buon Dio

Galeazzo Caracciolo

Il mistico non può infangarsi con chi persegue solo ricchezze

 materiali e abbandona il suo corpo ad ogni devastazione.

E’  meglio morire, è meglio essere arso vivo,

 il  maestro Alcaraz dagli inquisitori di Toledo

 fu condannato a morte dopo immani torture e persecuzioni.

L’accusa fu di essere eresiarco, come se amare Dio sovra ogni cosa

 e identificarsi con La bellezza della sua parola sia un’ offesa al Creatore

Si sentono urli e porte spalancate con violenza, è la Santa Inquisizione che viene ad arrestarli, alcuni riescono a fuggire.
(Brano tratto dall'opera teatrale "All'ombra di un'eresia",opera di Carmen Moscariello, pubblicato dall'Antologia Il convivio 2016.





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