Lettura di testi di autori
contemporanei . Volume
III 2013-2015
Di Nazario Pardini
Prefazione
di Fulvio Castellani.
The Wider
Editrice
Nel segno
dell’impossibile, dove i poeti seminano il loro cuore.
L’antologia
di Nazario Pardini è un dolce amabile dono, un qualcosa da tenere caro a un
passo dal cuore e mai separarsene. Se prima di ogni cosa essa è un fatto
letterario, mai come in questo caso la poesia
si è fatta storia.
Sa
dell’incredibile, è formata da 1073 pagine, stampata nel giorno di San Tommaso
D’Aquino, “doctor angelicus”, nel gennaio del 2019 : i cercatori della terra
promessa sono tutti approdati sulla sponda ammaliante di Lèucade, qui l’autore
li ha dissetati, accolti, curati , regalando ad ognuno una prefazione, un saggio
critico, una cornucopia di luce. Queste precisazioni hanno un loro senso, perché questo libro non è solo un atto d’amore che il
Poeta Nazario Pardini ha espresso a favore dei tanti (numerosissimi) poeti inseriti,
dei quali si è occupato, ma è anche un atto teologale. La ferma volontà di un
credo, la testimonianza di un amore curato quotidianamente, una dimostrazione
che la Poesia partendo dal mondo latino e greco, al quale Pardini appartiene, è,
infatti, insigne latinista e grecista, è
arrivato fino ai giorni nostri, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, una
polisemia , un apprendere per poi
donare, informarci su quanti uomini e donne hanno consegnato a una loro pagina
dolore, perdite, gioie, inni alla natura, processioni di anime, atti d’amore privi
di qualsivoglia materialismo. Leggendo i commenti di Pardini sui differenti
autori sembra di non appartenere a questa terra; va anche oltre quella scia stellare aristotelica ed euclidee. Il
viaggio ha sempre una rotta , anche
quando speroni appuntiti ci pongono di fronte alla morte, un viaggio che è
sempre di riscatto. Leggere queste pagine
è commovente, è come se Nazario Pardini avesse assunto il ruolo di Padre
Spirituale, un ruolo sacrale di rispetto per quelle vite aggrappate al nespolo della poesia al dolce ricordo o all’annientamento.
Un fiume, si
un fiume saggio che porta le sue acque per mano che sussurra ai pioppi e ai
salici lungo le sponde, che innalza
serenate tra i prati e i cieli di ognuno, e quegli angeli ,chiusi nelle loro
gabbie, possono, grazie alla parola del grande poeta, sentirsi incoraggiati e
riprendere a volare, seppur con un’ala rotta.
Quanto
fascino ha la poesia!
Chi non la
comprende e non la ama si perde una parte di vita bellissima. La poesia può
fare amare anche se non si conosce l’amato, può costruire mondi paralleli senza
estraniarci dal nostro.
La poesia fa
miracoli.
Questo ci
vuole dire Nazario Pardini: esiste un nucleo misterioso in ognuno di noi e la
poesia fa in modo di metterci le ali, quasi libellula nei cieli della primavera. La poesia è donna, di essa
ha l’eleganza e la grazia , nessuno meglio di lei sa sussurrare la voce della
libertà. E’ utopia, ma anche pianoro luminoso che tutto accoglie. Quei poeti
che stanno giusto un passo più in alto (per lo meno questo loro credono) e
disdegnano i poeti meno famosi, senza accertarsi prima se quella poesia è
valida o da buttare (molta è da buttare!) sdegnosi si pongono quasi fossero
novelli Dante e guardano gli altri dall’alto in basso, questi non sono poeti,
ma tecnici della parola. Il poeta è
colto, raffinato, ha negli occhi orizzonti biblici, stringe nella mano il
vento, sa porre al centro del suo cuore i diseredati, i bimbi e i vecchi ,
soprattutto in questo momento dannato. Nazario Pardini ha scelto i suoi poeti
direttamente dall’isola di Lèucade, in quelle acque li ha consacrati ed ora li
dona al mondo, affinché tutti possano leggerli e amarli.
Carmen
Moscariello
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