Intervista all’Autrice.
Di
Barbara Vellucci
L’Editore Guida pubblica un’opera preziosa su Giordano Bruno, autrice la Poetessa Carmen Moscariello.
Fresco di stampa ha visto la sua alba alla Mostra del Libro a Torino, molto ammirato secondo la Caporedattrice di Guida ,la dottoressa Mary Attento . Il libro si presenta già dal la copertina come fuoco che brucia (disegnata dal Maestro Salvatore Bartolomeo), ha la prefazione del prof. Aniello Montano (Università di Salerno), esperto bruniano e la postfazione del Poeta Ugo Piscopo. L’opera drammatica è composta da tre atti in ottave e sei scene che si occupano di tutte le fasi del processo ed è intersecato da personaggi come Campanella, il Bellarmino, ma anche da figure mitologiche come la maga Circe. Il testo porta in scena il dramma bruniano condannato dalla chiesa ad essere bruciato vivo in piazza De’Fiori a Roma il 17 febbraio del 1600
Che rapporto c’è tra Bruno e i nostri tempi?
Dedico tutto il primo atto al rapporto tra i tempi storici del filosofo e i nostri tempi moderni: seguo o inseguo un anomalo percorso della memoria dove un logoro e ipocrita sistema di falsità , di inganni portò alla distruzione del libero pensiero. Così come oggi dalla politica alla religione, dalla famiglia alle varie istituzioni, assistiamo allo intartufimento della società (civile?),fatta di connivenze pericolose, priva di maestri e senza finalità di bene o di giustizia. Si bruciano i giusti e gli onesti, come la chiesa bruciò Bruno.
Nel primo atto agiscono forze magiche che trasformano i vari personaggi in asini (gli uomini) e maiali (le donne). Non si salva nessuno, neanche la figura della donna-madre?
La prima responsabile del terreno logoro dove i figli pongono le radici è la madre. Se non si inizia a mettere in discussione questa figura così essenziale al vivere civile, non si comprende la radice del male (la madre deve occuparsi dell’educazione dei figli è questo il suo primo ruolo, non deve demandarlo ad alcuno). Non possiamo genericamente ancora accusare i mas-media e la scuola delle scorie cancerose che divorano le famiglie, la scuola, la politica e anche la chiesa.
Perchè Giordano Bruno è Sorgente di fuoco?
E’ il fuoco che brucia , Giordano Bruno cerca il fuoco. La condanna che gli inflissero è il normale obbiettivo del suo spirito di verità, è risposta alla sua esigenza di purezza, al suo anelare al cielo e alla grandezza dell’Universo. Dobbiamo al beato Giovanni Paolo II se l’ardente richiesta di di verginità e di giustizia ha potuto manifestarsi. La chiesa, grazie a Lui, ha perdonato e ha chiesto perdono.
Tra i personaggi del dramma troviamo anche Campanella, che lei chiama Compagno di sventura. Perché Bruno e Campanella sono compagni di sventura?
Sono entrambi dei grandi precursori della modernità: Bruno aprì la strada alla Nuova Filosofia; Campanella intuì che era necessaria una grande rivoluzione del popolo per liberarsi dall’oppressione dei potenti e dal clero corrotto (La città del sole). Però c’è anche grande diversità di carattere: Campanella si finse pazzo per scampare al fuoco, pur se anch’egli subì torture indicibile, mentre Bruno andò incontro al fuoco, senza ritrattare, né abiurare.
L’opera ha un grande potere di suggestione, pensa di portarla in teatro come le altre sue opere?
Chi scrive opere teatrali sogna di vederle rappresentate. Infatti, in modo dettagliato segnalo tutti gli aspetti salienti della regia e della scenografia.
Si nota nell’opera anche un enigma biografico tra il personaggio Bruno e la Donna-Poeta?
E’ la proposta di una memoria stratificata che si muove tra terre infelici come Nola e il mio paese d’origine (sono irpina), dove padri e madri dolorose hanno conosciuto la povertà e le migrazioni di massa.
Ma, perché la chiesa lo fece bruciare?
Perché effettivamente Bruno fu un eretico secondo il giudizio del tribunale ecclesiastico presieduto dal cardinale Bellarmino (Il Martello degli eretici). La sua filosofia cercò di distruggere tutti i dogmi del Cristianesimo : il suo antitrinitarismo, la negazione dei santi, il suo essere mago-ermetico , queste idee creavano allarme nel tessuto teologico già dilaniano dalla Riforma cattolica, quindi non fu bruciato vivo solamente per l’” eppur si muove” ,ma per problemi molto seri, la chiesa poteva essere annientata dal suo filosofare. Bruno fu molto più pericoloso per la chiesa dello stesso Galileo.
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