Il numero di ottobre del “Foglio volante”, che sta per essere
spedito agli abbonati, si apre con un articolo relativo al 79°
Congresso di Esperanto tenuto a Mazara del Vallo. Vi compaiono poi,
oltre alle solite rubriche, testi di Giancarlo Albisola Albertalli,
Loretta Bonucci, Aldo Cervo, Antonio De Angelis, Pietro Paolo
Dionisi, Georges Dumoutiers, Amerigo Iannacone, Pietro La Genga,
Adriana Mondo, Fryda Rota, Carlo G. Zizola.
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Riportiamo, qui di seguito, l’articolo di apertura, una poesia
di Adriana Mondo e un breve testo dalla rubrica “Appunti e spunti -
Annotazioni linguistiche”.
Mazara del
Vallo, 79° Congresso di Esperanto
Persone
con persone: l’intuizione multietnica di Zamenhof
Storia,
arte, mare, sole, ospitalità, buona cucina. Siamo a Mazara del Vallo
per il 79° Congresso Italiano di Esperanto che si è svolto dal 17
al 25 agosto, con 328 partecipanti. Congresso italiano, ma almeno la
metà dei congressisti proveniva dall’estero e non solo dall’Europa
ma tutti e cinque i continenti, perfino dal Brasile, dal Canada, dal
Madagascar, dall’Australia, dalla Russia, dalla Corea del Sud,
dall’Angola, dal Costa Rica, ecc.
Tema
del Congresso “Sed homoj kun homoj: la pluretna intuicio de
Zamenhof” (ma persone con persone: l’intuizione multietnica di
Zamenhof). L’espressione è una citazione dal discorso inaugurale
di Ludwik Lejzer Zamenhof, l’iniziatore dell’esperanto, al Primo
Congresso Universale di Esperanto tenuto in Francia, a
Boulogne-sur-Mer, nel 1905.
«Ni
konsciu bone – disse allora tra l’altro Zamenhof – la tutan
gravecon de la hodiaŭa tago, ĉar hodiaŭ inter la gastamaj muroj de
Bulonjo-sur-Maro kunvenis ne francoj kun angloj, ne rusoj kun poloj,
sed homoj kun homoj.» (Dobbiamo essere ben coscienti di tutta
l’importanza della giornata odierna, perché oggi tra le ospitali
mura di Boulogne-sur-Mer sono convenuti non francesi con inglesi, non
russi con polacchi, ma persone con persone.)
A
Mazara, fin dai primi contatti, il comitato organizzatore del
Congresso ha trovato nel Sindaco Nicolò Cristaldi non solo grande
disponibilità, ma un’adesione entusiasta agli ideali esperantisti,
che ben si sposano con le caratteristiche di una città multietnica e
multiculturale, ospitale e aperta, come Mazara del Vallo. Una città
che il Sindaco stesso auspica possa diventare città-simbolo
dell’esperanto.
Numerose
le attività congressuali (relazioni, corsi di lingua per
principianti e corsi avanzati, spettacoli teatrali, concerti,
relazioni su vari temi, convegni, ecc.), ma non sono mancate
escursioni nelle bellissime località della Sicilia occidentale, da
Marsala ad Agrigento.
Tra le
attività, collegate al Congresso o da esso suscitate, corsi di
esperanto tenuti in tutte le scuole di Mazara, cui hanno partecipato
piú di 500 studenti e nuovi corsi sono programmati per l’anno
scolastico 2012/2013. Molto importante, poi, è stata la
pubblicazione di un’antologia di scrittori e poeti siciliani, Luigi
Pirandello kaj aliaj Siciliaj Aŭtori (L. P.
e altri autori siciliani). Un’antologia, 356 pagine, di notevole
pregio, curata da Carlo Minnaja, con traduzione di vari scrittori
esperantisti, oltre che da Pirandello, da Capuana, Quasimodo, Verga,
Rosso di San Secondo, Buttitta, Brancati, Vittorini, Sciascia,
Lampedusa, Camilleri, Consolo, Bufalino, Dolci, De Roberto,
Rapisardi.
L’80°
Congresso Italiano di Esperanto, si terrà a Castellaro (IM), nei
pressi di Sanremo, nell’agosto 2013.
Amerigo
Iannacone
Dolomiti
Il giorno aleggia nel
fondo valle,
là in fondo le cime
si stagliano come un sogno
nel cielo limpido.
Il sole accarezza questi
odori di vita
che non avranno mai il
tempo di morire,
portando gioia a tutti gli
uomini,
lievitando risonanze per
canti silenziosi.
Adriana
Mondo
Reano (Torino)
Appunti e
spunti
Annotazioni
linguistiche
di Amerigo
Iannacone
Il pidgin
televisivo
Si
sente spesso dire che la televisione ha avuto il grande merito di
unificare l’Italia dal punto di vista linguistico e non si può
negare che per lo meno ha contribuito.
Racconta
Luciano De Crescenzo che avendo trovato una foto del padre in divisa
della prima guerra mondiale con una fascia al braccio con la scritta
“Interprete” gli chiese: «Ma, papà, che interprete facevi se tu
non conosci nessuna lingua straniera?» E il padre gli spiegò che
faceva l’interprete tra gli ufficiali e i soldati provenienti dalle
varie regioni italiane, che parlavano solo il dialetto stretto.
In
effetti era questa la situazione linguistica nei primi decenni del XX
secolo.
La
televisione – ma parliamo della televisione degli anni
Cinquanta-Sessanta – ha contribuito, possiamo dire, a creare
l’italiano, ovvero un codice linguistico comune a tutta l’Italia
e con ramificazioni anche in alcuni paesi esteri, come Svizzera,
Malta, Albania, ecc. Ma se nei suoi primi decenni di vita la
televisione ha contribuito a creare la lingua, oggi sta facendo di
tutto per distruggerla e cosí oggi si parla, in ambito strettamente
televisivo, di format,
reality, fiction, talent, ecc.,
e poi la televisione, in quanto medium
o megafono, ogni giorno, non solo nei programmi di intrattenimento ma
anche in quelli di informazione, crea o sdogana nuovi inutili
anglismi, come premier,
welfare, ticket,
e cosí via, mettendoci di fronte a un bastardo pidgin
che ci fa perdere l’identita e anche la dignità. Posso suggerire?
Un pizzico di orgoglio!
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