domenica 3 luglio 2022

Antonella Prudente scrive sull'opera di Carmen Moscariello "Fratelli Tutti " Gangemi Editore

 





LA SANTITA’ HA LA VOCE MISTERIOSA DEL SILENZIO L’irragionevolezza del mistero è tutta nell’ incapacità invalidante di riuscire a trovare le parole per cercare di far capire agli altri ciò che è in effetti inspiegabile …ma chiarissimo al tuo animo. Quando durante gli anni sereni, quando si frequenta la scuola elementare, per la prima volta mi scontrai con la ‘santità’, ne rimasi letteralmente folgorata. La mia Maestra, la tremenda Signorina Ada (per i più intimi, fuori dal contesto scuola, Aduncola), con autorevolezza, garbo e quella capacità unica di potere e sapere parlare ai propri allievi di tutto, a prescindere dall’età, in terza elementare, dopo ‘A livella’ di Totò, i tanto manzoniani ‘Promessi Sposi’, con senso di giustizia attestato dalla par condicio e cum naturae via, ci mise davanti all’incantevole mistero della ragione umana: la Divina Commedia di un mai sconosciuto Dante Alighieri. Sorvolando sulle condizioni miserevoli delle colpe umane e di quel tempo speranzoso del superamento delle stesse,


approdammo, noi piccoli esuli, in un dilatarsi di un viaggio ulissiaco, alla cantica della dantesca beatitudine eterna. E lì, la santità divenne quel meraviglioso incontro di mani tese per offrire e mani pronte ad accogliere. Le pagine originali ma addolcite alle nostre fragili e ancora infantili menti dalla voce emozionata della Maestra ci illuminarono e confortarono di forti ma umane esperienze di santità: Francesco il ribelle, Domenico il sapiente…. e più di tutte Piccarda dei Donati…. Quella stessa esperienza umana, a distanza di tempo e spazio, è CHARLES DE FOCAULD. Ho conosciuto fratello Charles grazie ad un figlio della sua famiglia spirituale, padre Wilfried, dei piccoli fratelli di Jesus Caritas presso l’Abbazia del Goleto ( Sant’Angelo dei L. – AV) . Un seme prodigioso padre Wilfried, che dalla germanica sapienza e dal sorriso francescano, riuscì a guidarmi, attraverso la mia fede da bambina* nel mondo della ricerca dell’ antico medievale…attraverso antri funebri della morte …riuscimmo insieme a sottolineare la sorprendente vitalità di una necropoli, di un cimitero, di una solitaria tomba apparentemente di quel tempo , ma di sempre. Il piccolo frate austero, infinitamente fratello, era CHARLES de Focauld. Ora, sfogliando le pagine ariose di Carmen, con il peso dei miei anni che portano al tramonto, prima ripenso a quel rocambolesco gioco di dadi, che riporta Carmen in Irpinia… in un incontro desiderato, sofferto, voluto grazie a quella caparbietà tutta al femminile e poi…da quell’ incontro, definisco, attraverso l’ennesimo volo, attraverso gli spazi della sua vita dalle ‘Mani di Eleonora’ a questa ultima straordinaria lettura di CHARLES DE FOCAULD, FRATELLI TUTTI. UN ‘ INCREDIBILE STORIA VERA, quell’ inizio amorevole di un ‘amicizia profonda…ma lontana. C’è un istante nella nostra storia, in cui abbiamo il bisogno di trovare Dio: quel bisogno è l’umana santità. Il cammino di ricerca di Carmen dona il piacere dell’arsura, il caldo e il freddo sofferti nel calpestare le orme di Charles durante il viaggio nel deserto, il seguire il dito esperto dei Tuareg sulle carte geografiche, il ritrovarsi, vedere un cielo vestito di una tunica nuova, l’oltrepassare i limiti, scoprire le coordinate per una nuova vita….titoli di sequenze in un’ analisi di un testo fuorviante per esperti docenti di lettere, che hanno trascorso parte della loro vita ad insegnare gli elementi fondamentali di biografie e opere ai liceali, nuove generazioni. Fili dell’animo di una tela omerica. Carmen tesse senza sfilare mai la sua tela, non deve ingannare i Proci, non attende il desideroso ritorno dello sposo, esperta di scrittura proprio quanto la principessa TIN HAN. La tela è particolare. Coraggiosa. La trama è intessuta da una voce che pochi animi sanno ascoltare. Dopo aver dedicato, credo, i secondi più incantevoli vissuti grazie ad un libro a me stessa, ho provato a contare, a cercare di massimizzare il numero delle volte che la parola SILENZIO ritorna delicata, impercettibile….Che stupida! Può il silenzio definirsi in una sequenza evirante di una cifra? La santità è sussurrata dal silenzio del bagliore della giovinezza e della purezza’( insopportabile! Proteggo i miei di occhi, per non perdere nulla) ‘negli occhi delle donne Tuareg . La santità è nel susseguirsi consequenziale ma ordinato dei segni silenziosi che infliggono la gioiosa sebbene dolorante ferita del perdono. La santità è nel ritrovarsi da madre ad essere figlia di un essere seppur vivente, diverso…una cammella capace di proteggere in silenzio. Silenzio è l’amplesso che Carmen vive con la natura araba … ‘Quel cielo sopra di me era la poesia, quella sabbia parlante e furiosa era poesia, quel mio cercare la vita e Charles era poesia. Dentro di me si faceva già potente il desiderio di realizzare ora la vita e mai più attendere!’ Solo e unicamente il silenzio può darti la facoltà di parlare con Dio. Il libro….è l’immensità di un abbraccio, che ti lascia in uno stato di ebrezza se, solo leggendo Carmen, senti anche tu ‘ la compagnia di Dio ‘ e bruci di desiderio di essere presa in braccio anche tu da quel Dio, per lasciarti portare. Amare se stessi, perdonare se stessi: fratello/sorella dell’umanità. Una dicotomia che si dissolve, ricomponendosi così l’animo in un unico nucleo mai più divisibile … ‘ Ti amo vita mia…’ La puntata di un romanzo mistico , la primavera di una donna generosa: questo è il libro CHARLES DE FOCAULD, FRATELLI TUTTI. UN ‘ INCREDIBILE STORIA VERA. E con il fratello Charles, seguendo il filo del silenzio, provo a cogliere l’essenza di queste pagine…che ho vissuto. ‘L’amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare; quando si vuol amare, si ama; quando si vuol amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa. Se accade che si soccomba a una tentazione, è perché l’amore è troppo debole, non perché esso non c’è: bisogna piangere, come san Pietro, pentirsi, come san Pietro, umiliarsi, come lui, ma sempre come lui dire tre volte: «Io ti amo, io ti amo, tu sai che malgrado le mie debolezze e i miei peccati io ti amo». L’amore che Gesù ha per noi, egli ce l’ha dimostrato abbastanza perché noi possiamo crederci senza sentirlo; sentire che noi l’amiamo e ch’egli ci ama, sarebbe il paradiso…’ Grazie, preziosa e sensibile amica mia. Che la vita possa sempre sorriderti! Con affetto, Antonella.

Le immagini fanno parte delle illustrazioni contenute nell'opera.

 ________________________ *(avevo 23 anni, ma lui era convinto che la mia fede in Dio fosse quella di una bambina . ‘ E non cambiare mai! Non crescere!’ – mi disse.)

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