THE CAOS CLUB di Claudio Campolo
Ed. Ghenomen
Nota di
Carmen Moscariello
E….se la vita avesse una porta aperta sulla speranza…..?
Se si avesse il coraggio di viverla nella bellezza e
nell’onestà forse potremmo aspirare a un Paradiso in terra?
Nelle nostre case entrerebbe la luce, sapremmo parlare al sole e alle stelle?
Il libro che sto per presentarvi è un’opera prima scritta da
un uomo adulto che è appartenuto all’alta finanza, a quei luoghi “ovattati”
dove si decidono i destini dei popoli. E’ un uomo geniale, così tutti lo
descrivono a Formia, sua terra d’origine, anche se vive a Roma ed è lì che è
trascorsa buona parte della sua vita e lì che tuttora ci sono i suoi interessi
dei quali parlerò più innanzi. Io l’ho osservato attentamente in questi giorni e parlato a lungo con lui, li sul mare splendido
del Ninfeo tra Gaeta e Sperlonga, là dove sugli speroni delle rocce nidificano
migliaia di rondini marine e il falco pescatore risplende più in alto e con le
sue improvvise virate sembra puntare proprio verso di te. Sto parlando dei
luoghi non a caso, in quest’opera uno dei personaggi principali e proprio
questo mare e queste spiagge, dove l’Autore corre all’alba e assapora quelle
magnifiche brezze che sono i ricordi, l’ amore, l’ analisi di una vita, la voglia
di vivere , il desiderio di rinascita, la forza che distrugge per ricostruire
un cammino nuovo, capovolgendo ogni cosa. chiedendo a quel dio che è il mare e
il cielo , che è Ulisse e Circe, Enea
Cajeta un approdo dove vivere in pace con un amore ritrovato
e un figlio.
Ho aperto questa mia nota facendo riferimento alla speranza,
nel libro non viene mai citata, ma è lì che spreme, come uva matura, il
desiderio di essere e di appartenere non più al caos.
Rinascita!
Rivincita!
Speranza!
In questo libro spesso a parlare è il dolore, quell’accidia
perniciosa che può uccidere nonostante tutto.
Ma per uno scrittore c’è un potere assoluto, una strada
salvifica che è la parola scritta, anch’essa
una deità un mito che fa parte dei fiori, delle “calate” al mare, delle rocce e
delle grotte di questo mare:
La notte affondi in un
mare dove sembra che non respiri, invece respiri benissimo. Poi il mattino ti trascina
in superficie come un pesce preso all’amo, velocemente rotolando in un vortice
di angoscia ,e, in superficie, la luce improvvisamente accecante ti fa pensare
alla quiete del fondale…..è il momento più difficile , in cui non trovi la
forza di reagire.
Che dire? La Dea Circe questa volta è nella scrittura elegante,
fluida, misteriosa, palpabile, senza veli.
Si cerca la legge sovvertitrice del caos dove ogni cosa
ritorna.
Il caos è dato in questo libro da buchi neri, da sofferenze
narrate e esaminate che a volte sembrano di sfiorare la fine, la si può toccare
e quasi viverla sulla propria
pelle per poi come in un misterioso miracolo si ritorna alla meraviglia del Creato, a volte basta un
raggio di luce che è generosità dell’animo, un amore paziente che si apre come
un ombrello colorato e allegro, come quelli cinesi, sulle nostre vite che
accarezzano il cielo.
Questo libro così infinitamente esplorativo dell’anima non
dimentica il corpo. Il nostro scrittore è maestro di Arti marziali è cintura
nera di Brazilian jiu jitsu (BJJ),questa disciplina ha un ruolo importante nel disegno divino di riappartenersi e nella
distruzione delle molte ombre. Claudio Campolo frequenta tuttora una delle più belle e famose palestre
di Roma, dove è ritornato ad essere campione di vita, di saggezza e di verità. Quest’arte
è molto praticata in Brasile, in America, in Italia . La forza del corpo qui
diviene la forza dell’anima e il contrario. Quest’opera segue un iter
spiritualistico come le confessione di sant’Agostino, leggerla è un innamoramento
un reinnamorarsi della vita in tutta la sua Grazia. Alla fine della lettura la
lama che taglia e uccide può essere messa da parte, nel salotto come una
sciabola di samurai.
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