domenica 17 luglio 2022

Il Poeta Peppino Iuliano scrive su "Fratelli tutti " di Carmen Moscariello " Libro di indagini e scandaglio di coscienze laiche."

 Il Poeta Peppino Iuliano scrive su "Fratelli tutti" di Carmen Moscariello






 

    Il romanzo di
    Moscariello
    sulle tracce
    del fraticello
    del deserto”


    eletto agli
    onori degli
    altari dal Papa
    Giuseppe Iuliano
    C
    i sono
    libri
    che,
    oltre


    ad
    esaltare la bellezza della scrittura,
    sanno coniugare
    poesia e memoria;
    e, di essi, alcuni valgono vocazione e testimonianza, riuscendo a
    spingersi fino alla conversione.
    Libri di indagine e scandaglio, di
    coscienze laiche e della loro forza
    morale ma anche di anime inquiete e fervorose alla ricerca della
    eterna Gerusalemme. E se l’Asia è
    la culla delle religioni, l’Africa,
    continente degli ultimi, degli invisibili, si conferma eterna terra di
    missioni
    Con questi avvisi ci giunge la
    novità del libro Fratelli tutti(Gan -
    gemi Editore, 2022) della scrittrice irpino/formiana Carmen Moscariello, un’incredibile storia vera ma anche il romanzo dell’amore
    sociale. Un libro/album – una composita antologia narrativo/fotografica - nato
    sulle tracce di Charles de Foucauld
    (1858-1916), il “fra -
    ticello del deserto”
    eletto agli onori degli altari da papa
    Francesco (15 maggio 2022), che svolse il suo apostolato
    tra le popolazioni
    tuareg ai confini di
    Marocco e Algeria e
    che di “fratelli tutti”
    fece regola nella sua
    congregazione:
    “virtù dell’umiltà” e
    “centralità della povertà”.
    Deserto e desertificazione, luogo fisico e mentale. Nel racconto
    della Moscariello il suo attraversamento è reale e familiare, vissuto assieme alle figlie Lara e Silvia
    tra le antiche rotte dell’Ahaggar
    fino all’hermitage del Santo nei
    pressi di Assekrem. Un itinerario
    che non si risolve in “un libro di
    studio” della Nostra ma piuttosto
    in un libro che si “fa memoria”
    dell’“incontro con San Charles de
    Foucauld, […] per “far germogliare la sua gioia credente” - così Padre Andrea Mandonico, Vice-Postulatore della causa di canonizzazione e il deserto e le sue piste,
    luoghi d’erranza, si confermano
    momenti per “disancorarsi, in un
    viaggio che sfiora la morte”.
    Leggenda vuole – sottolinea la
    scrittrice – che i Tuareg, provenienti dall’isola di Atlantide e
    scampati in pochi al suo affondamento, siano “i più grandi conoscitori del Sahara… i più temuti
    predoni e i più bravi addestratori
    di cammelli. Non a caso, erano
    chiamati i Signori del deserto”. Il
    libro, ricco di connotazioni geografico-antropologiche, ha aspetti meditativi – anzi, come da felice
    aforisma della Moscariello, contempl-attivi – intesi alla riconciliazione del mondo/anima. O più
    adeguatamente in senso opposto,
    dalla dispersione dell’anima tra
    vuoti, sbandi e solitudini verso i figli del mondo. Così de Foucauld dalla Francia al Marocco, a Nazareth,
    alla Trappa, al
    Sahara. Seguace e
    imitatore della vita di Cristo, conoscitore delle guerre coloniali, coltivò la pace incoraggiando il confronto tra islamismo e cristianesimo. Esploratore,
    cartografo di
    grande valenza,
    fine umanista – ri -
    cordiamo tra le
    sue opere Reco -
    naissance au Maroc, Chants touaregs – tradusse il
    Vangelo in tuareg
    ma la sua evangelizzazione fu più
    quella dell’amore che della Buona
    novella. Edificare una “città del
    sole” per un mondo di luce che,
    pur incappando in tante cadute,
    avrebbe dovuto continuare ad
    operare e credere nella rinascita.
    Così la sua missione fino all’estre -
    mo sacrificio.
    Un libro di più orizzonti e coordinate, come lo definisce Marcello
    Carlino in prefazione: un orientamento verticale dalle asperità della sabbia alla gloria del Cielo ma
    anche una direzione orizzontale
    per quegli afflati umani che trovano consonanza nella reciprocità, nella fraternità appunto che è
    condivisione di comuni destini.
    Ce lo spiega la stessa Moscariello:
    “Fratelli tutti forse trae spunto
    dagli scritti del Poverello d’Assisi
    e in particolare dalle Ammonizio -
    ni di San Francesco: “Guardiamo,


    fratelli tutti, il buon pastore che
    per salvare le sue pecore sostenne
    la passione della croce”. E tanto si
    impreziosisce, poi, del pensiero e
    dell’esempio di Père Charles.
    Nel libro troviamo nuove appendici de La mia Africa (struggente film di Pollack del 1985).
    Africa, madre dell’umanità con la
    staffetta Meryl Streep/Carmen
    Moscariello. Due viaggi/pellegrinaggi, intensi, oltre ogni finzione
    filmica o letteraria; ognuno con le
    sue incertezze inquiete o paniche,
    ma anche adattative; ognuno in
    attesa della sua redenzione (sempre prossima ai valori della solidarietà e dello spirito). Siamo partecipi di una salvezza reale che
    esplora e misura la storia. E di
    un’altra misterica, carica di idealità, che vuole avvicinare la realtà
    a Dio. Chi ha fede non ha paura e
    “sposta le montagne” (Marco
    11,22). Convinzioni, entusiasmi,
    dottrine agiscono in modo rivoluzionario dentro ed oltre il possibile. L’unica certezza resta quella
    dello spirito che incoraggia i senza voce e le loro carovane nomadi
    o stanziali: un mondo dagli occhi
    ardenti, spalancati, indagatori,
    immensi.
    Moscariello è una scrittrice vivace e immaginosa, delicata come un bucaneve
    e tenace come un
    giglio della montagna irpina; ma
    sa librarsi anche
    come un falco dei


    Picentini – consi -
    dera i rapaci “portatori di bene” –
    che sa sfidare vastità ed orizzonti.
    E l’incontro/svelamento, verità
    tra buio e luce, dolcezza e selvaticità, poesia e silenzio, aiuta ad uscire dal vecchio guscio: “ero nomade e apolide dalla nascita, orbitavo
    nella galassia come una cometa e
    le mie rotte mutavano al sorgere
    del sole e al suo tramonto”. Il deserto è stupore e paura; raccoglie
    e disperde; “ha tante voci, ombre
    corte e ombre lunghe, possiede in
  1. ogni granello di sabbia l’illimite”.


La sua immensità e il suo pieno/vuoto - asperità e aridità trasferite nella vita degli uomini - diventano metafora della loro mancanza di ideali che Nietzsche chiama “crescita del deserto”.
La nostra società dolente e le
sue continue erosioni necessitano
di argini più robusti per evitare
cedimenti o tracimazioni. A volte
anche la sola forza del vento con le
sue “danze irrefrenabili” può mutare la natura e gli eventi. La scrittura di Moscariello ne è algoritmo. Tra páthos e téchne ci irretiscono la bellezza misteriosa del
paesaggio magrebino, i tramonti
rosso-arancio del deserto, in cui “i
cammelli erano anch’essi statue
di sabbia e si muovevano appena,
impercepibile il loro dondolarsi,
solo le code rompevano il vento.
L’unico suono era il mio passo leggero e un fiato caldo che cresceva
nel suo ululato”.
Prosa e poesia ci accompagnano: fondali e arabeschi, ombre
ostili, rifrazioni accecanti, natura
cruda e cangiante; arcani e trepidazioni; gamme di colori cangianti; costumi dalle dominanze indaco-azzurre; spezie e profumi; monili di ogni foggia e bellezza. La
scoperta di questa parte di mondo
porta con sé l’altra faccia della medaglia, ovvero sacrificio e riscatto, perché “colloquiare con la croce”, icona della sofferenza, “acco -
glie le miserie” e “sana le ferite”;
restituisce all’uo -
mo pozzi d’acqua
e oasi di pace.
Tra “granelli
di mansuetudine, piccoli passi”
ci “avvicinano a
Dio” e alla comprensione degli
uomini. Noi dell’Alta Irpinia, pur
essa area di marginalità e desertificazione, accogliamo il libro/messaggio di Carmen Moscariello. E
qui al Goleto, luogo dello spirito,
abbiamo apprezzato per anni il
servizio della comunità Piccoli
Fratelli di Jesus Caritas, oggi
rientrata all’abbazia di Sassovivo.
Questo nostro lembo di terra
guarda con perseveranza verso
tutti gli orizzonti dell’universo,
che è civ
iltà
Scritto da Peppino Iuliano. Pubblicato dal Quotidiano del Sud, Domenica 16 luglio 2022

L'opera è illustrata contiene meravigliose fotografie di Charles, del deserto, dell'autrice e dei compagni di viaggio. Le foto sono di Carmen Moscariello. Le immagini rendono il libro davvero godibile, senza contare l'Arte Grafica della Gangemi Editore.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone
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Carmen Moscariello ha aggiornato il suo stato.

55 m 
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