giovedì 14 luglio 2022

mITO E POESIA NELLA "PROSERPINA" DI CARMEN MOSCARIELLO DI vALENTINA tESEO

 

MITO E POESIA NELLA “Proserpina” DI CARMEN MOSCARIELLO

 

Turbine di emozioni, sentimenti puri e profondi. Tutto ciò è il testo teatrale “Proserpina” della poetessa Carmen Moscariello.

Fin dai primi versi si percepiscono forti stati d’animo, presenti anche in scene particolarmente reali;ed è proprio questo che sa di meraviglioso, il riuscire ad accostare la finzione  alla realtà, in modo legiadro.

Il testo ci riporta indietro nel tempo e ci fa approdare nell’antico mondo, dove dei e dee regnavano sovrani e  l’amore genera gelo e primavera.

Incontriamo nel lungo cammino l’amore materno, più forte di qualsiasi altro sentimento, componente soave e fondamentale ; tutto riecheggia intorno ad esso, anche la scelta che la giovane fanciulla Proserpina affronta, anche il dolore profondo e sovrano di Cèrere, madre e donna, nella quali si fonde razionale e irrazionale.

La creatività intesa come capacità di giocare con la mente dei personaggi lascia stupiti. Ma,chi più di tutti rimane impresso è Plutone, re degli inferi, una figura che guardata in modo superficiale, può essere facilmente odiata, ma grazie alla straordinaria bravura dell’autrice si riesce a guardarlo nel profondo della sua coscienza.

Ecco, ciò che più ci affascina, è scoprire la voglia immensa di amare, il bisogno di avere accanto un’altra persona, sia esso un bisogno egoistico, o sublime. Essere pronti a tutto pur di vivere, trasportati dalle emozioni. Invece, la rassegnazione dell’amore materno fa da cornice.

 Un testo ricco, puro, sincero e umile. L’umiltà è il sostantivo che le Donne-Dee, pur potenti e sovrane, sprigionano.

Mentre, si legge il testo teatrale si viene accompagnati, senza mai esser persi di vista, verso lo sguardo confuso di Proserpina, in bilico tra due scelte: da un lato l’amata madre quindi  la felicità egoistica, dall’altra Plutone , dunque gli inferi, il dovere.

Il viaggio si conclude in modo “ragionevole”. Viene accettata la divisione temporale-metafisica: primavera-inverno ; terra-inferi, morte-vita.

Così Proserpina trasmuta dolcemente senza più la disperazione ed il pianto : dall’oltre tomba verso il tanto amato grembo materno e , riparte da esso, sempre lentamente per approdare nel sonno lontano della morte.

 

 Valentina Teseo

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