giovedì 7 luglio 2022

Apparve improvvisa una gru. Scritta a quattro mani da Carmen Moscariello e Ugo Piscopo

 

sogni sempre sogni

 

 


l’auto procedeva in pensieri gravi

quando apparve improvvisa

 una giovane gru: si proiettò sui vetri e fu un abbraccio.

 

Le sue ali ampie si aprirono immense.

 Spiriti dell’aria spirito consacrato

 messaggera di Dio cogli  racconti

nutriti di rugiada, nelle ali

avvolgi cartoline d’amore. Misterioso

folletto augure di vita

insegui il sole su nuovi orizzonti

prorompi straniera nello spazio di cielo

 che non ti appartiene. Il tuo volo ti porta

alle albe rosa dell’Africa e il sogno

 agguanta la speranza per una nuova vita.

 

 


 si andava in landò sì in landò

e m’era caduto di mente, un po’ me n’ero scordata,

 

 

il Montagnone del mio paese

 là piantato tetragono guardiano del luogo

 un bestione che al risveglio

faceva sparire quatti quatti nelle tane

lepri e lupi talpe e cinghiali si andava

si andava in landò

nella plenitudine meridiana

come un’arancia dolce di umori maturi

 fra una prateria di luce

io il nipotino sua madre Giuseppe certo così si chiama

per un lancio di dadi del destino

rideva nel sonno a sigillo perfetto di gioia

ecco dalla cima dell’arcobaleno

d’un balzo staccarsi una gru un ibis un non so che di tal fatta

 ad ali aperte piombarci incontro a dirci dal cielo di fuori

sì sì ci siamo all’appuntamento

con quell’idea proprio con quell’idea

 tale e quale d’amore-uccello d’amore-cosa

cosa d’aria trepidante di esporsi fuori all’aria

che fa tuttavia nido nell’aria senza occupare spazio di cielo

quale sogno nel sogno o quasi un sogno presago

un flatus, un presagio anche codesto landò

 tu mi spieghi tra un battito e l’altro di ali contro il vetro

che si fa anch’esso impalpabile meno che un velo di cielo

come lo sguardo di mio padre che si sottraeva alla vista

anch’esso un augurio che non chiedeva

traduzioni e glosse di àuguri etruschi

 presagio anche la nostra arancia matura

piena di due mamme col bimbo che ride ride nel sonno

e dice sì all’angelo compagnuccio calatogli accanto nel sole

 per viaggiare insieme di presagio in presagio .

Per il piccolo Giuseppe, appena nato,( una gru si riversò ad ali piene sul vetro della macchina di mia figlia Lara, a Sabaudia, l’uccello fu presago di una vita nuova e felice).

 La poesia è tratta da L’Orologio smarrito di Carmen Moscariello, Guida Editori (Pagine d’Autore), 2014). Prefazione di Nazario Pardini. E' stata scritta a quattro mani , da Carmen Moscariello e Ugo Piscopo.

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