martedì 21 agosto 2012

Presentazione del nuovo libro di Mario Rizzi


Sabato,15 settembre 2012, alle ore 17, presso la chiesa di Fontana Perrelli lo storico Michele Graziosetto presenterà il quindicesimo libro di Mario Rizzi: “Storia della chiesa della Madonna della Libera” di Fontana Perrelli. Un testo scritto da Mario con la coerenza ed il puntiglio della passione di chi prosegue sulla via della ricognizione storica della nostra millenaria città. Questa volta si tratta di un’opera totalmente documentata e, per moltissimi aspetti, inèdita che completa il quadro storico su una pieve poco conosciuta. Mario ha ricostruito, con meticolosa cura, tutto quanto c’era da ricercare e, come sua abitudine, non è mai intervenuto a falsare o manomettere documenti e date, giacché Rizzi sa che la cronaca deve essere condotta su dati inoppugnabili e che valido cronista è solo chi intuisce dove essi vanno ricercati e come vanno utilizzati, per offrirsi all’utilizzo degli sudiosi e delle persone che desiderano approfondire la storia del nostro illustre e millenario passato.  Il testo, ben corredato, ha un interesse non trascurabile, poiché poco o nulla si conosceva sulla storia di questa chiesetta di campagna. La narrazione delle vicende storiche di questa pieve, definisce un altro medaglione importante che Minturno può aggiungere alla sua corona d’alloro.                                                                  
Il testo è stato scritto e donato totalmente da Mario Rizzi al comitato della festa in onore della Madonna di Fontana Perrelli.  La pubblicazione narra, sic et simpliciter, tutte le vicende afferenti alla storia documentale, a partire dal 1559 ad oggi, sui presunti storici “possessi della chiesetta” da parte di privati; le lettere del Vescovo di Gaeta dal 1878 che invitava Francescantonio Riccardelli, parroco della chiesa di S. Pietro ad esperire indagini e, successivamente, ad impedire che nella pieve di Fontana Perrelli continuassero a “verificarsi inconvenienti e scandali”; le diàtribe fra le chiese di S. Pietro e di S. Francesco di Minturno sul possesso della chiesa; il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Napoli; i rògiti notarili; le sentenze dei tribunali di Latina e quella della Corte di Appello di Roma; la pseudo presenza dei “Templari”; dei furti subìti; dei vari restauri; del cambio del nome della Madonna dedicata in primis a “Santa Maria di Bethlem”; della nascita della festa avvenuta nel 1900 e dei vari giochi popolari.

Veduta della Chiesa della Madonna della Libera (foto Gianni Campani)


Dalla prefazione di Michele Graziosetto

Una piccola Chiesa, una sorta di nido religioso per una comunità che vive di semplici cose: è questa la “Madonna della Libera”, un rifugio, un sacrario che conserva le memorie sepolte nella coltre della Storia con i suoi piccoli miracoli e le sue liberazioni. Forse perciò della “Libera”, perché essa anticamente ha assolto alla sua funzione: libera nos a malo. La domenica, il suo pastore, con una assiduità al limite di ogni capacità di resistenza, cura le sue anime, dona con un amore paterno, al culmine del suo Ufficio, quell'antica parola di Cristo che riscalda ed accompagna gli esseri umani nel faticoso andare della vita […].
Nessuno avrebbe mai pensato che la nuda, materiale proprietà avesse con il tempo lacerato gli animi per la rivendicazione del tempietto. Eppure, questa lunga (e terminata?) diatriba ha acceso i cuori, li ha persino spinti a varcare le aule dei tribunali. E gli Arcivescovi e canonici – succedutesi nel corso degli anni – hanno dovuto rispolverare, se non disseppellire, carte varie per l'autenticità dell'appartenenza a contrasto i quanti ne rivendicano il possesso. E nel contempo, con ammirevole esempio di pacata devozione dei cittadini del luogo, il suo culto non è mai stato abbandonato. Anzi, amorevole attenzione è stata rivolta per il suo decoro da chi – in buona fede – ne ha curato, custode imperterrito, le mura e la loro inviolabilità. Ma non sempre la Chiesetta è stata preservata da atti vandalici, a segno del continuo persistere di una malvagità gratuita. Per fortuna, i fedeli, con copiosi doni e disinteressata generosità, hanno accudito e sostenuto le spese necessarie al culto […]
Il nostro compito non è quello di entrare nei meandri della legge, sappiamo oggi – dalla attenta ricostruzione di Mario Rizzi – che un Convitto Nazionale (quello di Napoli) ne è il legittimo proprietario e, se altri non avanzerà titoli idonei, la pace “eterna” non turberà affatto quella che internamente già – da giorni immemorabili – vi si gode. La comunità contadina e artigiana dell'area della Fontana può continuare a recitarvi le sue preghiere. Il suo unico scopo è di vivere in pace, con l'augurio che il lavoro informativo compiuto da Mario Rizzi possa essere l'ultima e nuova pietra “aggiunta” al crepuscolare edificio innalzato al culto della “Madonna della Libera”, perché abbondanti siano i frutti della terra e siano fatti salvi nel corpo e nello spirito i suoi fedeli, che con tanta semplicità ed ardore la domenica ne varcano la soglia, ai cui lati splendono residui di colonne a sostegno degli archi – impagabili vestigia dell'incomparabile Minturnae -.

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