lunedì 20 agosto 2012

"Stabat Mater" - Carmen Moscariello

Coro:
E la pelle della luna aprì arcuati i gobbi del cammello
Gli uomini urlarono perché la morte come saetta fletteva i lunghi artigli
Né c’era scampo per il ricco epulone e per i tortuosi ossiuri della parola.
La montagna si spaccò e si lasciò attraversare dalla spada del dolore
I pesci nel mare annerito dalla centrale
boccheggiarono per l’ultima volta, tra anse al mercurio
E le pinne in preghiera si lasciarono
andare vacue sfilate alla tempesta.
La montagna di Gaeta con boato terribile
spaccò il mare furioso,boccheggiò
sul cuore degli inetti.

Maria:
Cala il velo dei tuoi occhi ,o figlio prediletto,
né io posso alleviare il tuo dolore,
le spine trafiggono il tuo sguardo
ed io derelitta imploro di salvarti
Assistere al dolore di chi si ama
è pena che scarpella ogni infinito
e le tue mani lontane alla mia fronte
che implora la tua benedizione

Non vedi, Figlio di madre addolorata
che essi con spade appuntite trafiggono il costato
E il sale arde il sole e i miei pensieri
Figlio, di mamma disperata
volgi a me i tuoi occhi tanto belli.
Nel mio ventre ti portai
Amen, risposi all’angelo annunziante
E felice protessi il mio ventre benedetto dal Signore

La Folla:
Crucifixo , iusta crucem,
Figlio di Dio, dov’è tuo padre?
Beh perché non salva gli occhi tuoi belli
Menzognero ti scoprimmo e una croce
regalammo al re dei giudei
Ecco che preparammo una corano, un diadema
di dolore, un foglio di sanscrito,
figlio di madre sola, figlio senza ritegno.

Maria:
Non senti le urla dei dannati
Salvati da loro e salva la tua madre sconsolata
Le belve vogliono il tuo sangue
Giuda, l’apostolo col bacio traditore
E Pietro due volte rinnegò il tuo amore.
Il gallo all’alba e a metà del giorno
il cielo si fa nero e l’inferno ricopre il mondo peccatore
Morti gli uccelli, tremano gli olivi
e le donne piegano il ginocchio
Pietà di noi! Ma il cielo è buio
E la morte affila il suo coltello
piangono gli uomini perversi
la rovina dei loro tetti
Trema la terra, si spacca in ogni dove
il peccatore urla il suo dolore.

.

Gesù.
Lascia, madre mia, che io salga in Paradiso
Il fiele l’ho bevuto e il mio corpo già
la pietra del sepolcro è pronto a sollevare
Io vado avanti per aprirti la porta del Paradiso
Madre non disperare.

Maria:
Figliuzzo di mamma tua, cuore d’amore
e gioia, come ti posso mai
vedere con i chiodi nelle mani..
Mani di fuoco e stelle
Mani che benedicono, mani che risorsero Lazzaro
Mani che io strinsi al petto, quando tu eri bambino.

Gesù:
Attendi e hai fede , io non morirò
La pietra del sepolcro è solo simulacro
Io come il fuoco sono destinato al cielo
e tu madre mia mi seguirai in gloria

Maria.
Mi lasci sola tra le aborrite sentinelle del potere
Devastano con arroganza la vita degli innocenti
Seminano fame e discordia tronfi delle ricchezze
Mi lasci con vili traditori, che irridono il mio Figlio benedetto
In mezzo alla tempesta di contraffatti orrori
Tra canne di galassie che sanguinano il tuo sangue.

Gesù:
Virgo virgine praeclara
Hai fede nel Dio del cielo
Egli che atterra e suscita
la palma dell’olivo, al Getsemani
portati insieme alle altre donne
E dunque tu perdona come già ho fatto io,
se la palma della vittoria vuoi un giorno ottenere

Maria:
Crudeli, et me tibi sociare, portami insieme a te
Fa che anche le mie mani siano attraversate dai chiodi
Fac, ut animae donetur Paradisi Gloria

Gesù
Stabat mater dolorosa juxta crucem lacrimosa
Madre mia, Madre di figlio doloroso, venni a salvare gli uomini
ed essi mi appesero alla croce, che tu sia benedetta , Madre
prediletta , in trionfo tutte le genti ti chiameranno beata.

Maria:
No, il Figlio mio prediletto, il Figlio unico figlio di madre afflitta
Scendi dalla croce e salvaci, ti prego.

Coro:
La folla lo sputò, lo irrise
e l’aceto bagnò il cuore
arse per il dolore. L’uomo traditore
irrideva il Salvatore e il sangue gocciolava.
Sul fango delle urla
crebbero le bestemmie ,
per te la croce, urlavano, a noi il piacere
E un nuovo sputo toccò i piedi trapassati.

Intanto un urlo di dolore
attraversò cielo e terre
e volse gli occhi al cielo
e il Padre suo lo accogliesse

Maria:
Fac me plagis vulnerari,
fac me cruce inebriari
Et cruore Filii
Che io possa presto, insieme a te,
inebriarme della luce del Paradiso.

Coro:
Rosa candida, Rosa prediletta
Virgo virginum
Madre di pazienza, Figlia del tuo Figlio
presto tu godrai la luce del Paradiso
e tutti i popoli ti chiameranno beata
Proteggi le mamme addolorate

E i figli crocifissi
Sui pali del dolore
Mater lacrimosa volgi il tuo sguardo agli umili
Disperdi i superbi, brucia la loro perfidia
Rimanda i ricchi a mani vuote

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