lunedì 6 agosto 2012

Saggi critici - Domenico Rea

di Carmen Moscariello

All’impronta della trasgressione l’incontro organizzato dai Lions di Formia con Domenico Rea presso l’Hotel Ariston. Sconcertante perché oggi è sempre più difficile trovare persone vere e soprattutto, persone libere da qualsivoglia schematismo – lo scrittore napoletano ha portato gioia e grinta, dimostrando di essere sempre grande e che la sua vena artistica è rimasta intatta nonostante gli anni. Rea ha sorpreso molti, o perlomeno, coloro che non lo conoscono nella vitalità e negli effetti sensazionali, che molto spesso fanno parte anche delle sue opere. Difficile raccontare i fatti, poiché nella negazione di ogni norma, le cose dette da Rea sono, forse, rimaste confuse nella mente di molti, ma per chi è stato capace di seguirlo al di là della parola, il messaggio trasmesso è stato della coscienza, nonostante il lungo silenzio letterario, di continuare a rimanere un protagonista non solo della letteratura contemporanea, ma anche di uno spartito di storia sintetizzato nelle esperienze della sua vita. L’immagine di un uomo fuggiasco, ironico, giocoliere di un’esistenza che va al di là del reale dell’uomo contemporaneo, singolare e forse indecifrabile personaggio. Qualcuno ha detto è espressione della “napoletanità”, ma il folklore e il parossismo apparente del gesto e della parola, nascondono, a nostro parere, aspetti rarissimi di emozioni e di autenticità che lo rendono straordinario ed esuberante. I suoi settant’anni, (nato nel 1921 a Nocera Inferiore) non gli hanno tolto il gusto per le cose belle della vita: veste abiti firmati e se ne vanta, corteggia con disinvoltura le belle signore e mentre sembra che sia perso in cose futili, ti sorprende con una riflessione che solo una mente geniale poteva pensare.
E’ Rea un uomo nato e cresciuto nel disastro del dopo guerra (è in questo periodo che conosce Michele Prisco) si è autonomamente costruito, rinnovandosi, ma senza adattarsi alle mode e al tempo. I Lions hanno assommato all’incontro con Rea anche la mostra di pittura di tre importanti artisti: SOSCIA, BARTOLOMEO e SIMIONE. Rea ha sottolineato che questi artisti fanno parte di quel gruppo sparuto di uomini che ancora crede all’arte e al bello. Numerosi i quadri esposti da Soscia, che partono da pennellate di affreschi pompeiani e forse etruschi (soprattutto le figure femminee) per rarefarsi verso un simbolismo elegante. Simione e Bartolomeo giocano tra colori ed echi dell’inconscio, aprendo squarci all’incredibile e all’assurdo. Mostra, a nostro parere, da ammirare.
 
(*) Apprendiamo con dolore, durante la correzione delle bozze, che DOMENICO REA è morto.

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